I Santi titolari della nostra Parrocchia, gli apostoli Giacomo e Filippo, sono venerati insieme perché, secondo una antichissima tradizione, le loro reliquie vennero collocate sotto l’altare della Basilica dei Dodici Apostoli a Roma nel giorno della dedicazione della chiesa nel maggio dell’anno 565. La loro memoria nello stesso giorno richiama il fatto che la Parola di Dio, da essi proclamata per riunire gli uomini del Regno, e che oggi ci chiama all’Eucarestia, ci edifica sul fondamento degli Apostoli e dei loro rappresentanti tra noi. Sono davvero attuali i messaggi vitali e operativi della Lettera di Giacomo, la sua insistenza sulla povertà evangelica col severo monito ai ricchi e il sottolineare che la fede è sterile senza opere di giustizia.

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La struttura, originariamente ad aula unica coperta a capanna con abside, ha la facciata incompiuta con architrave in marmo romano di reimpiego.
Il fianco è decorato in alto da archetti con peducci figurati. Lasciata dai monaci, conobbe un progressivo e grave decadimento. Nel 1596 vennero iniziati importanti restauri in base ai quali la chiesa venne divisa nelle tre parti attuali (atrio, navata, e sagrestia, dietro la parete settecentesca dell’altare maggiore). Nel 1748 l’arcivescovo Guidi aggregò la cura di San Jacopo a quella di San Michele degli Scalzi. Dal 1754 il convento venne utilizzato per gli esercizi spirituali del clero mentre la chiesa fu concessa alle confraternite del SS.mo Sacramento e di Sant’Antonio Abate.

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I quattro grandi affreschi all'interno della chiesa e gli altri ornamenti pittorici delle pareti sono della metà del  '700. Alcuni studiosi li attribuiscono ai fratelli Melani di Pisa, altri al pittore di architetture Mattia Tarocchi. Pur non essendo di eccelsa fattura contribuiscono bene a creare un ambiente architettonico tipicamente barocco.

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