Un aiuto per orientarsi

In questa sezione saranno pubblicati articoli o altri apporti che possono aiutare a capire e ad affrontare fenomeni o singoli fatti del periodo storico in cui ci troviamo a vivere.

 

 

di Alessia Guerrieri 
(Avvenire del 27 gennaio 2016)

 

Di seguito un articolo che smaschera il procedere basato su false informazioni per diffondere e far “pesare” le proprie opinioni. Un procedimento già usato nel passato e utilizzato dai gruppi di pressione di vario genere. In questo modo non si fa un buon servizio né alla verità né alla reale crescita civile della nostra nazione (N.d.C.).

 

Le persone, certo, non sono numeri. Ma le cifre aiutano a mettere qualche punto fermo. E soprattutto a definire la platea di riferimento della stepchild adoption, più o meno temperata che sia. Dati precisi di bambini che potrebbero essere interessati alle 'novità' del ddl Cirinnà non ce ne sono. Ma esiste un ordine di grandezza che viene fuori dal censimento Istat del 2011: 529, ricordava ieri l’agenzia Redattore sociale.Queste, infatti, sarebbero le coppie dello stesso sesso con figli tra le 7.513 conviventi. Il numero viene fuori sottraendo ai 16 milioni 648 mila nuclei familiari in Italia quelli monogenitoriali (2 milioni 651mila); dei 13 milioni 997mila restanti la quasi totalità, cioè 13 milioni 990mila, hanno dichiarato di essere eterosessuali.  Qui la statistica si ferma, certamente molto lontano dai «100mila figli di coppie omosessuali» che viene talvolta citato, a sproposito, nel dibattito serrato di questi giorni. E sostenuto più volte anche dal Corriere della Sera.In più gli italiani, cinque anni fa, furono molto chiari anche sull’adozione di un bambino da parte di omosessuali. Chiudendo totalmente – 4 su 5 – a questa possibilità. Anche i giovani tra i 18 e i 34 anni, di solito più disponibili alle novità, in misura superiore ai tre quarti.

Leggi tutto: Stepchild, battaglia per soli 529 casi. Il vero scopo: aprire a utero in affitto

di Luciano Moia, caporedattore del giornale Avvenire
(Avvenire del 20 gennaio 2016)

 

Unioni civili, matrimoni gay, stepchild adoption, adozione del figliastro, affido rafforzato. Tante questioni complesse e, troppo spesso, tanta confusione condita da abbondanti dosi di ideologia e mistificazioni. Ecco una guida per orientarsi nel dibattito.

1 Cos’è la stepchild adoption? 

È la proposta di modifica del titolo IV della legge sulle adozioni (184 del 1983) che già prevede, in casi particolari, decisi volta per volta dal giudice, l’adozione del figlio del coniuge. La proposta di legge Cirinnà vorrebbe aggiungere alla parola «coniuge», questa specificazione: «o dalla parte dell’unione civile tra persone dello stesso sesso». La modifica aprirebbe la strada alla possibilità di adottare da parte del partner omosessuale. Il minore superiore ai 14 anni sarebbe comunque chiamato ad esprimere il suo consenso. E se di età dai 12 ai 14 dovrebbe esprimere un’opinione. Per i bambini più piccoli la parola passerebbe invece al giudice che dovrebbe valutare idoneità affettiva, situazione personale, capacità educative del partner omosessuale. Ma quanti giudici si sentiranno liberi di esprimere una valutazione obiettiva, di fronte al rischio di un’inevitabile accusa di omofobia da parte delle associazioni Lgtb in caso di parere contrario?

Leggi tutto: Stepchild, 10 motivi per il no

Le offerte date per la celebrazione della Messa o dei Sacramenti: tassa imposta ai fedeli, elemosina o espressione di fede?

I mezzi di comunicazione non raramente danno informazioni distorte o parziali su argomenti riguardanti la vita della Chiesa, utilizzando anche in modo manipolatorio frasi  del Papa. E’ diffusa, ad esempio,  l’idea che in parrocchia sia “tutto gratis”. Forse per il fatto che la parrocchia è considerata un ente di carità, che deve dare, senza nulla chiedere in cambio; questo soprattutto in Italia per motivi storici, mentre in altri Paesi i fedeli si sentono più responsabili nel sostenere le loro chiese. Una parrocchia, pur privilegiando l’aspetto spirituale, deve gestire -come ogni famiglia- anche delle spese ordinarie: per la pastorale, per la catechesi, per la carità. Edifici che hanno bisogno di manutenzione, di luce, acqua e gas. Tasse, telefono, automezzi, arredamento, spese per il culto, piante, fiori, compensi a chi svolge determinati servizi, feste ecc. ecc.

Leggi tutto: Sulle offerte

di  Samir Khalil Samir SJ*** 

La situazione dei cristiani nel mondo musulmano è sempre stata difficile, perché non sono mai stati considerati come cittadini. Noi sappiamo, per fare un esempio, che in Egitto i copti sono “più egiziani” di chiunque, visto che la parola “copti” si pronuncia gypti, egiziani. Il sistema giuridico locale, però, concepito all’inizio del VII secolo in Arabia, prevede che i musulmani “sono” lo stato e che sono loro a permettere agli ebrei e ai cristiani di vivere insieme. Non altri. Chi non crede – dicono – “non ha la possibilità di vivere con noi”. Questo è il sistema giuridico previsto dalla sharia islamica. Nel Corano si precisa che ebrei e cristiani sono dhimmi, cioè “protetti”, e che possono vivere con i musulmani.

Leggi tutto: La situazione dei cristiani nel mondo islamico

di Lucetta Scaraffia, storica, giornalista

Possiamo ben capire come il mondo occidentale, quello di antica matrice cristiana, oggi si senta sconvolto e ferito. Ferito anche in quelli che ritiene siano i suoi valori, in particolare quello dell’accoglienza ai bisognosi e ai perseguitati, difeso da molti negli ultimi affannosi mesi davanti alla massa crescente di immigrati che stanno arrivando in Europa in fuga dalla guerra e dal terrorismo islamico. È chiaro che gli attentati di Parigi giocano a favore di chi invece è contrario all’accoglienza, di chi vede in ogni immigrato un potenziale terrorista. Ma, se si guarda bene, i terroristi che agiscono in Francia non sono — almeno finora — immigrati da poco giunti in Europa, ma figli o addirittura nipoti di immigrati arrivati molti decenni fa, nati e cresciuti qui, quindi cittadini a tutti gli effetti. Ma si tratta di cittadini che non hanno assimilato il sistema di valori trasmesso loro dalla scuola, il valore della laicità e dell’uguaglianza, e in particolare della libertà individuale assicurata a tutti. 

Leggi tutto: La ferita e il vuoto