Buonasera p. Nicola,
in questo mese di novembre  mia nonna mi ha chiesto  di far celebrare delle Messe per i defunti della nostra famiglia. Io sono stato dal parroco per farla contenta e ho prenotato queste Messe dando anche gli euro che lei mi aveva dato per la Parrocchia.  Riconosco però che non so molto sui motivi di questa usanza; anche a catechismo, qualche anno fa, il catechista mi aveva  dato una spiegazione  ma non è che ricordo molto. Mi può spiegare che cosa sono queste  messe di suffragio?  Grazie, P. Z.

Caro P. Z.,  già nell’Antico Testamento si parla della preghiera per i defunti perché "siano assolti dai loro peccati"; questo a proposito di soldati morti in battaglia tra le cui vesti erano stai trovati oggetti rubati. Questo passo (dal secondo libro dei Maccabei 12,45) è uno dei pochi  riferimenti dell’Antico Testamento. La Chiesa però fin dagli inizi ha sempre favorito la preghiera in suffragio dei defunti come espressione di un legame d’affetto nella fede che ci lega a quanti sono morti. Sant’Agostino nelle Confessioni, la sua autobiografia, riferisce questo episodio:  sua madre, Santa Monica, prima di morire , gli aveva raccomandato: "Seppellite pure questo mio corpo dove volete, senza darvi pena. Di una una sola cosa vi prego: ricordatevi di me, dovunque siate, dinanzi all’altare del Signore" (Confessioni 9,11, 27). Era il 27 agosto 387, quindi nel primo periodo dell’era cristiana.

Se Dio è amore e con Lui c’è un legame d’amore, una volta morti, la nostra anima è avvolta nella luce della vita eterna e noi per primi vorremo essere purificati se è necessario. Un po’ come un innamorato che si vuole presentare alla persona amata (in questo caso: Dio) pulito e ben vestito.  Uscendo dall’esempio: ogni anima  prima  di essere per sempre con Dio  vedendosi -  come attraverso un purissimo cristallo - nella sua luce splendente e sorgente di ogni pace, essa stessa sente il bisogno di essere purificata da quello che i suoi peccati, hanno per così dire fatto incrostare nello spirito e lo hanno opacizzato, passami il termine. Questa "pulizia" può essere però anticipata in vita con le preghiere, le opere di misericordia corporale e spirituale, l’affrontare con pazienza e rassegnazione le sofferenze  e contrattempi della vita.

Con la morte i giochi sono fatti, non possiamo più pregare  o fare altro per noi stessi. Nell’aldiqua’ però chi è vivo può aiutare (= suffragare) i defunti in eventuale  purificazione nell’aldilà in quella dimensione che la tradizione cattolica chiama "Purgatorio". Come? Destinando  ad  essi quello  che - scrivevo sopra -  si può  fare  per se stessi quando si è in vita. L’azione più grande ed efficace però è la Messa nella quale Gesù unico mediatore intercede presso il Padre celeste per  i viventi ed i defunti. Egli che ha affrontato e vinto la morte ed è il Vivente. Egli ha preso su di sè tutti i peccati, di tutti gli uomini, viventi o defunti che siano. Ogni Messa è sempre il rinnovarsi della Pasqua di Morte e Resurrezione di Gesù Cristo. In Lui, spiritualmente, ci mettiamo in relazione  con i nostri  cari viventi o defunti.

L’offerta che si da per la Messa è, infine, un modo per esprimere la propria gratitudine destinando dei soldi per le opere della Parrocchia, per i poveri,  sempre per il bene delle persone defunte: "non fiori ma opere di bene" si dice popolarmente.  

Saluti, P. Nicola