Buonasera p. Gregorio. Come altri cattolici ho seguito con interesse quanto è stato detto riguardo l’esortazione apostolica Amoris laetitia. Riporto però a lei la delusione di un mio amico divorziato e risposato il quale era certo che il Papa avrebbe detto una parola definitiva riguardo la comunione ai divorziati e risposati civilmente. Ma non è stato così; non c’è alcuna affermazione che vada in tal senso. Il mio amico è rimasto assai deluso e, devo dire, anche io. Perché non c’è stata tale affermazione definitiva e sperabilmente in direzione di un’apertura? R. Z.
Caro R. Z. penso che non siano utili né le polemiche in stile “talk show” né le discussioni che devono finire come una partita fra vincitori e vinti. Quello che è vincente e, direi, produttivo, è anzitutto inserire ogni discussione in modo non superficiale nel contesto della vita familiare, del vincolo coniugale e della Chiesa stessa, nel loro non facile impegno di vivere la fedeltà a Cristo e le scelte che ne conseguono in tempi assai complessi come quelli di oggi. Nell’esortazione c’è un capitolo molto bello e profondo che ha il titolo: “Accompagnare, discernere e integrare la fragilità”. Li’ viene detto che le regole generali non si applicano automaticamente ad ogni situazione particolare. E’ necessario tener conto della specificità di ogni situazione. Tale atteggiamento richiede da parte dei Vescovi e dei parroci in particolare una rinnovata empatia e discernimento verso le persone che si trovano in queste situazioni. Ma tale empatia e discernimento non possono essere separati dalle esigenze di verità e carità del Vangelo e della tradizione della Chiesa. Penso che ci sia spazio muovendosi in tali ambiti di trovare futuri, seri, percorsi e soluzioni, sempre però accompagnate da spiegazioni chiare e preparando le comunità di appartenenza di queste persone.
Saluti, p. Nicola