05/05/2016 - Il 5 maggio del 1916 moriva a Pisa il Venerabile Padre P. Felice Prinetti, Oblato di Maria Vergine. La comunità di Pisa e le suore Figlie di S. Giuseppe, da lui fondate, ne hanno commemorato l’anniversario domenica 1 maggio. Alla concelebrazione, presieduta dall’Arcivescovo di Pisa mons. Giovanni Paolo Benotto, oltre alla comunità OMV di Pisa era presente anche il provinciale, P. Jim Gerlett e don Lorenzo Bianchi,  parroco della vicina Parrocchia di San Michele degli Scalzi, che fu parrocchia Oblata dal 1939 fino al 1974. Per l’occasione, è stato preparato dalla comunità di Pisa un libretto con sue preghiere e riflessioni come sussidio per la conoscenza della sua vita e della sua spiritualità, fortemente segnata dalla devozione a San Giuseppe e a Maria Ss.ma. Come ha sottolineato l’Arcivescovo nella  sua omelia, il Ven. Prinetti unì ad una profonda fede un’intensa attività di sostegno e collaborazione ad iniziative per la promozione umana e sociale degli operai e delle persone in disagio economico del quartiere delle Piagge.

 P. Felice Prinetti nacque il 14 maggio 1842. A 15 anni è già studente di matematica e ingegneria all'università di Torino dove conseguì la laurea nel 1862 .  Dal 1860 è allievo dell'Accademia Militare di Torino. Il 17 maggio di quell'anno si arruolò volontario nell'esercito del re; nel marzo 1861 fu sottotenente di artiglieria addetto allo Stato Maggiore; il 21 aprile 1862 fu promosso a luogotenente di artiglieria e il 19 giugno 1866 a capitano.  Nel 1866 prese parte alla guerra di indipendenza contro l'Austria e nel 1870 fu applicato alla direzione del polverificio di Fossano (Cuneo), di cui nel 1871 fu nominato direttore.  

Quando il Prinetti entrò nella Congregazione degli Oblati di Maria Vergine il 15 dicembre 1873, dopo la conoscenza fatta del missionario P. Paolo Abbona, aveva 31 anni. Espletato il noviziato a Nizza, emise la Professione Religiosa il 6 gennaio 1875, e appena due anni dopo, il 23 dicembre 1876, venne ordinato Sacerdote. Nel mese di agosto del 1881 è a Cagliari al seguito di Mons. Berchialla che fu nominato da Leone XIII° Arcivescovo di quella città. 

Il Prinetti non fu solo segretario dell'Arcivescovo e suo primo collaboratore, ma fu anche direttore del seminario diocesano e del giornale diocesano e venne incaricato di delicati affari della diocesi. Ancora, nello stesso anno (1881) radunò il primo nucleo di quello che in seguito diventerà l'Istituto delle Suore "Figlie di S. Giuseppe".

Dopo la morte di Mons. Berchialla nel 1894 il Prinetti viene destinato al collegio di Giaveno, casa di formazione della Congregazione, impostando un serio programma di studi e di preparazione per i futuri Oblati. Da subito si rende conto che il suo lavoro non porterà alcun frutto, se non si pone mano ad una riforma di tutta la Congregazione. Per raggiungere questo obiettivo con i suoi più stretti collaboratori chiede ed ottiene dalla Santa Sede la nomina di un visitatore apostolico. A Giaveno rimarrà fino al 1903, praticamente fino alla chiusura della casa, necessaria per le lesioni subite per lo scoppio di una vicina polveriera.

 Dopo Giaveno per tre anni resse la Chiesa di S. Francesco in Torino, fino al suo trasferimento a Pisa nel 1906, dove darà vita a "una Casa destinata alle Missioni Popolari, agli Esercizi al clero e alle organizzazioni sociali in Pisa. Così il Prinetti si dedicò alla predicazione e agli Esercizi e si prese cura anche della formazione del clero. Per la sua intensa opera pastorale,  la Casa delle Missioni popolari divenne un fulcro di vita spirituale; nonostante l’ambiente fosse pieno di anticlericali e  anarchici, Padre Felice andando come al solito contro corrente, armato solo della carità di Cristo, iniziò la rigenerazione del quartiere, tra attentati, incendi dolosi, colpi di pistola, sommosse. Questa fase finale della sua operosa vita, lo vide impegnato in una faticosa e logorante spola, fra le sue suore rimaste sole in Sardegna e le opere pastorali d’avanguardia a Pisa.

Insieme ai confratelli, p. Domenico Pechenino in particolare,  e a laici cattolici di grande spessore,  istituì o appoggiò varie iniziative per il bene della gente del quartiere e della città: la Compagnia della S. Famiglia; il Circolo Aurora per la gioventù femminile, il Circolo Avvenire per gli uomini; la Biblioteca Circolante; la Cassa Malati; la Cassa depositi e prestiti; l’Unione agricola dei mezzadri; la Conferenza di S. Vincenzo de’ Paoli per i poveri, la Scuola di lavoro per le ragazze, l’Oratorio S. Tarcisio per i ragazzi, l’Associazione Maestri Cattolici, l’Associazione della Dottrina Cristiana, la Federazione Universitari cattolici, la Lega Cattolica del Lavoro per i ceramisti.

Fece sorgere con il ven. Giuseppe Toniolo (1845-1918) una scuola di Sociologia, la prima in Italia; quando il cardinale Maffi andò in visita a San Jacopo e alle Piagge, stentò a credere ai propri occhi, tanto era stata la trasformazione di quel quartiere, grazie al suo proficuo apostolato e a quello dei confratelli oblati.

Del  Venerabile restano anche degli scritti di cui alcuni pubblicati; venne colpito da un improvviso infarto il 5 maggio 1916 a Pisa, cadendo come un soldato sul campo. Il 19 Aprile 2004 papa Giovanni Paolo II ha approvato il decreto che attesta l’esercizio “in grado eroico” delle virtù "verso Dio e verso il prossimo".