Il primo GREST della Parrocchia dei SS. Jacopo e Filippo

Ultimo lunedì di giugno: l’aria è già mite fin dalle prime ore del mattino, il cielo sgombro dalle nuvole e tutto intorno la quiete di una giornata di piena estate. Mi sveglio serena, contenta come quando da ragazzi si realizza che la scuola è finita, che per tanti giorni si potrà riposare lontano dai libri e la sera andare a letto più tardi.

 

Mentre scendo di casa avviandomi verso l’oratorio di via Masaccio, lo spazio previsto dalla Parrocchia dei SS. Jacopo e Filippo a Pisa per la prima edizione del GREST estivo del 2017, non riesco a nascondere a me stessa una certa eccitazione nel fare la conoscenza dei quasi 30 bambini iscritti e nel vedere all’opera i loro giovani animatori, frequentanti il gruppo parrocchiale post-cresimati. Provo ad immaginare ogni possibile situazione in cui dare una mano ai ragazzi o in cui prendermi cura dei piccoli e mi accorgo di provare una leggera ansia. Ansia da adulto a cui sono affidati bambini dell’età compresa tra i 7 e gli 11 anni e giovani dai 15 ai 16 anni. Ma non solo: ansia motivata anche dall’abitudine al sentir parlare spesso dei ragazzi come di una generazione poco impegnata, poco affidabile e per lo più pigra. I nostri ragazzi saranno davvero in grado di prendersi cura di questi piccoli a loro affidati? Sapranno capire i loro bisogni e provvedervi? Avranno la pazienza che va usata sempre con i bambini?

La prima giornata entra nel vivo; i genitori accompagnano i loro figli in oratorio, fanno la conoscenza degli animatori e, prima dell’orario di lavoro, osservano gli spazi dedicati alle attività. Un clima gradevole e rilassante accoglie chiunque entri: campi di calcio e di basket, un piccolo bar, spazi al coperto per giochi, recite e proiezioni di film, circondati da una vegetazione curata.

Al pari di una leggera brezza che rinfranca dalla calura mattutina, mi ci vuole poco per dissipare i dubbi che, come nubi improvvise, erano venuti a turbare una giornata perfetta. Quando cominciano le attività, i piccoli abbandonano l’iniziale imbarazzo ed i giovani cominciano a socializzare con loro. Capisco così di non dovermi affatto preoccupare. Ho davanti agli occhi una realtà bella, fatta di affetto, reciprocità, calore umano. Bambini che muovono i primi passi per diventare grandi e ragazzi che dimenticano di essere quasi adulti e giocano per brevi istanti a fare i bambini, in uno spirito di autentica positività. Quella che solo certi rapporti umani sanno trasmettere e insegnare quando ciascuno dà il meglio che può, nella risposta alla più alta vocazione a cui Dio chiama i suoi figli.

In questa ultima ed intensa settimana che ha iniziato e concluso il GREST, a trionfare sono stati i valori della solidarietà, dell’amicizia e della convivialità. Sono i valori di cui la Parola viva di Cristo nutre quotidianamente ogni fedele ed a cui sempre ci si abbevera come fonte di vita; valori imprescindibili per lo sviluppo umano e per la società che, tuttavia, spesso vengono giudicati una rarità nei nostri adolescenti, presenze fin troppo silenziose e discrete, da doversi relegare esclusivamente nelle aule delle chiese.

Ciò di cui sono stata testimone ha allontanato da me quello che quotidiani, interviste televisive e mass-media raccontano costantemente su una gioventù che vogliono far credere deteriorata, alterata, in continua corsa verso un bruciare le tappe della maturazione per giungere subito alla realtà poco lusinghevole dell’età adulta. Quest’immagine dei nostri ragazzi svanisce e si rivela del tutto inconsistente di fronte a questa bellissima esperienza: pochi meravigliosi giorni in cui ho avuto l’opportunità di vedere il bello e il meglio che ci può essere nel cuore dei giovani che si avviano a diventare, con il loro esempio e sulle orme lasciate per noi da Gesù nel cammino della vita, gli uomini e le donne di domani.

Vera Figuccia

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